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La mamma è morta e carabiniere vuole adottarlo: Tribunale dice «no», by Antonio Tufariello

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~Roberto D'Amaro~
view post Posted on 2/1/2010, 16:54




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SAN FERDINANDO - E’ tornato ieri pomeriggio nella casa-famiglia di Molfetta, G. il bambino di 11 anni che martedì sera trovandosi in casa della mamma per le festività natalizie (mentre vive in una comunità di Molfetta) dormiva nella stanza accanto a quella in cui la madre è stata uccisa da un colpo di pistola alla gola esploso dal convivente Giacomo De Facentis. Il piccolo è stato accompagnato dal maresciallo dei carabinieri di San Ferdinando, Giuseppe Francioso dopo essere stato tranquillizzato, avendo ottenuto la promessa che avrebbe avviato le pratiche per l’affidamento e l’adozione.

Francioso - che aveva fatto condurre il bimbo nella sua abitazione subito dopo il fatto di sangue, di cui per fortuna il ragazzo neppure si era accorto – all’indomani del fatto di sangue si era rifiutato di «restituire» G. all’ assistente sociale del Comune e quindi agli addetti della comunità. Ed in seguito alle loro informative il Tribunale per i Minori di Bari aveva emesso un provvedimento che, disponendo l’immediato rientro in comunità anche con l’ausilio della forza pubblica, non ammetteva repliche, osservando che il ragazzo «è positivamente inserito in ambiente comunitario»; e che necessita «di sostegno psicologico delle figure di riferimento già note, per affondare il difficile impegno connesso alla elaborazione del lutto per la perdita della madre». Cui era stato tolto nel febbraio 2007 in seguito a maltrattamenti ed abbandono di minore.

Giovedì mattina, Francioso aveva fatto un ennesimo tentativo per tenere il bimbo fino all’Epifania, recandosi presso l’ufficio del presidente del tribunale minorile di Bari, ma ottenendo solo un rifiuto netto ed assoluto. Nel pomeriggio di giovedì gli operatori della comunità si erano presentati in caserma, ma mentre Francioso aveva capito la situazione e non si sarebbe opposto, sia pure con la morte nel cuore, gli addetti avevano desistito dal ritiro coattivo del bimbo di fronte al suo stato psicologico.

Il sottufficiale aveva fatto persino opera di persuasione rassicurandolo sulla formale presentazione di richiesta di affidamento, anche alla luce di quanto accaduto il 21 gennaio 2007, quando il bimbo era stato accompagnato in caserma da alcuni ragazzi ed aveva raccontato dei maltrattamenti subiti in famiglia. E mentre la legge faceva il suo corso, era stato praticamente «adottato» dal maresciallo Francioso, dalla sua famiglia ed ai militari della caserma. Fino al 27 febbraio, quando era intervenuto un provvedimento del Tribunale per i Minori che aveva disposto che il futuro del bimbo dovesse essere in comunità. Ed era stato subito alzato un muro tra il ragazzo e quei 50 giorni di vita finalmente normale.

Un muro che, probabilmente, sarà anche stato ritenuto «psicologicamente terapeutico» per un bimbo che aveva avuto una fanciullezza difficile, ma che oltre ogni altra considerazione aveva finalmente conosciuto il senso di una famiglia ed un calore umano mai avuti prima. Un elemento evidentemente ritenuto minimale e privo del supporto essenziale di timbri e di carte bollate.

Francioso è ben cosciente che la strada per l’affidamento sia tutta in salita, tanto più dopo la sua presa di posizione. Ma promette di non lasciare nulla di intentato per impedire che G. rimanga «sine die» in comunità, a maggior ragione dopo la morte violenta della madre e senza un padre. E sta già nascendo un movimento popolare a supporto di questa soluzione. Perché se è vero che il Tribunale per i minori deve fare il suo mestiere, freddamente e senza contaminazioni sentimentali, è vero anche per i più profani ed a digiuno di complicate teorie psicologiche, per G. una adozione, ed ancor meglio nella famiglia Francioso, sarebbe una soluzione da preferire alla comunità. Sempre che non si decida che deve rimanere per chissà quanto ancora nella casa-famiglia, quasi a dover scontare la colpa di esser nato e vissuto in un contesto oscuro, con mille problemi. Salvo due brevi parentesi di sole. Che non si dovrebbero cancellare assieme a tutto il resto.

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Tags:
Capitanata,
Cronaca,
San Ferdinando di Puglia
 
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