| Lucius Tarquinius Brutus, ex sorore Tarquinii regis natus, fortunam fratris veritus, qui ob divitias et populi gratiam ab avun**** occisus erat, stultitiam simulavit ideoque Brutus dictus est. olim, Delphos ut consuleret oraculum cum Tarquinii filiis, quos pater ad Apollinem cum muneribus miserat, profectus, aurum in sambuceo ba**** inclusum ad deum tulit, quia nolebat (non voleva) comites suos de dono certiores facere. Peractis deinde mandatis regis, nuntii Apollinem interrogaverunt quis Tarquinio successurus esset et Romae post eius mortem regnaturus. Tunc deus obscuro atque incerto responso dixit Romae summam potestatem consecuturumesse eum, qui primus matrm osculatus esset. Tunc Brutus statim ad terram se proiecit et, recte oraculi verba interpretatus, eam, communem omnium matrem, osculatus est. Nam post aliquot annos. Tarquinio rege ex urbe expulso, Bruto et Collatino imperium Romani detulerunt (perfetto di defero) eosque primum consules appellaverunt.
Lucio Tarquinio Bruto, nato dalla sorella del re Tarquinio, ammirata la fortuna del fratello, che per le ricchezze e la grazia del popolo venne ucciso dal nonno, avendo finto stupidità e venne detto Bruto. Una volta partito per consultare l'oracolo di Delfi con i figli di Tarquinio, mandatigli dal padre con doni per Apollo, portò al dio un dono incluso in un poichè non voleva che i suoi compagni si rendessero più certi per il dono. Compiuti gli ordini del re, i nunzi interrogarono Apollo su chi sarebbe successo a Tarquinio e chi avrebbe regnato dopo la sua morte a roma. Allora il dio per l'oscuro e incerto responso disse che la somma potestà di roma l'avrebbe ottenuta chi per primo avesse baciato la madre. Allora Bruto subito si gettò a terra e , interpretando giustamente le parole dell'oracolo, baciò la madre comune di tutti. Infatti dopo qualche anno, cacciato il re Tarquinio dalla città, i romani affidarono a Bruto e Collatino il potere e li chiamarono per primi consoli.
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