RodiGarganico |
|
| Cum in urbem nuntiatum esset Aequos exercitum Romanum obsessum in castris tenere cum consule Minucio, Romae magna trepidano facta est et dictator creatus est Quintus Cincinnàtus, qui tum privatus civis erat et praediòlum trans Tiberim colebat. Ad eum legati missi sunt qui ferrent senatus mandata. Qui, nòvis copiis conscriptis, ad castra consulis prodiit ut Aequos obsidentes circumveniret et opem obsessis ferret. Inde magnus clamor hostium factus est, qui in castris a Romanis auditus est. Primo autem consul haud certe sciebat unde clamor fieret, sed, ubi intellexit adesse exercitum Romanorum et sibi auxilium ferri, suis imperavit ut arma caperent et ex vallo centra hostem exirent. Extemplo undique proelium initum est. Post multas horas Aequi dictatorem imploraverunt ut se inermes abire sinèret. Eis abire licuit.
Dopo che fu portata in città la notizia che gli equi tenevano bloccato l'esercito romano nell'accampamento con il console Minucio, a Roma fu nominato dittatore Quinto Cincinnato, che allora era un cittadino privato e coltivava un poderetto oltre il Tevere. Questi, arruolate nuove milizie, si presentò all'accampamento del console per accerchiare gli Equi che li assediavano e portare aiuti agli assediati. Per questo motivo fu fatto un gran rumore che fu udito dai Romani all'interno dell'accampamento. Dapprima, infatti, il console con sapeva per certo da dove provenisse, ma, quando notò che l'esercito dei Romani era presente e gli chiedeva aiuto, ordinò ai suoi di prendere le armi e di uscire dal vallo verso i nemici. Subito iniziò battaglia. Gli Equi, guà circondati dal dittatore si unirono in un solo drappello, preparati a sopportare pgni cosa e ad affrontare estremi pericoli. Allora il dittatore comandò che fosse riattaccata battaglia e i nemici per non essere uccisi implorarono il comandante di lasciarli andar via inermi. Fu loro concesso di andare via.
|
| | |
