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Terenzio (Publio Afro)

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RodiGarganico
view post Posted on 4/5/2008, 17:05




Opere: titoli e rappresentazioni.

Di T. ci sono pervenute, integralmente, 6 commedie palliate (cioè d'ambientazione greca), composte e rappresentate a Roma, di cui si conoscono, tramite le "didascalie", l'anno e l'occasione del primo allestimento.

T. esordì nel 166 a.C. con una commedia, l’ "Andria" ("La ragazza dell’isola di Andro"). Nel 165, fece rappresentare una seconda commedia, l’ "Hecyra" ("La suocera"): il pubblico, dopo le prime scene, abbandonò il teatro, preferendo assistere ad una contemporanea manifestazione di pugili e funamboli; fu un fiasco clamoroso. Nel 163, fece rappresentare l’ "Heautontimorumenos" ("Il punitore di se stesso"). Nel 169 furono, invece, rappresentate ben 2 commedie: l’ "Eunuchus" ("L'eunuco") e il "Phormio" ("Formione"). L’ "Eunucus" fu il più grande successo di T., perché è la sua commedia più simile alla comicità plautina. Nel 160, infine, durante i giochi funebri per celebrare la morte di Lucio Emilio Paolo, padre di Scipione Emiliano, T. fece rappresentare la sua ultima commedia, l’ "Adelphoe" ("I fratelli"); nella stessa occasione tentò una seconda rappresentazione dell’ "Hecyra", ma anche questa volta il pubblico abbandonò il teatro, preferendo i gladiatori. Una terza rappresentazione avvenne durante i "Ludi Romani" dello stesso anno e, finalmente, durò dall’inizio alla fine: il pubblico rimase in teatro grazie alla presenza di Ambivio Turpione, attore molto celebre di quel tempo. torna all'inizio



Le commedie: contenuti, strutture, considerazioni e modelli.

Andria [trad.it]. Trama. Una tormentata storia d'amore è l'elemento che determina il contrasto tra Simione e il figlio Pànfilo e muove l'intera vicenda: il padre, venuto a sapere che il figlio ama, ricambiato, una ragazza dell'isola di Andro, Glicerio, sorella di una cortigiana, si oppone alle nozze e si accorda con l'amico e vicino Cremète per far sposare al giovane una figlia di questi, Filùmena. La situazione viene risolta grazie all'intervento di Davo, servo di Pànfilo, e la scoperta che Glicerio in realtà è una figlia proprio di Cremète rapita in tenera età. La vicenda si conclude con un doppio matrimonio: Pànfilo sposa la sua amata Glicerio e il suo amico Carino sposa Filùmena.

Considerazioni e modelli. Tema di fondo della commedia è il conflitto generazionale e caratteriale tra padre e figlio, che coinvolge complessi e profondi valori umani: ben delineati, a tal proposito, sono i caratteri, soprattutto quelli dei giovani, che rispecchiano - persino nella vita facile e leggera - quell'ideale di moralità e di compostezza tipici del teatro terenziano. Ma questo tema serio si mescola a (pallidi) elementi più tradizionali, tesi a rendere più vivo e interessante l'intreccio: l'amore contrastato, l' "agnizione" (= riconoscimento) finale, il servo "callidus". Deriva dalla "contaminatio" [per il qual termine, vd. oltre] di due commedie di Menandro: "Andria" e "Perinthia".

Hecyra [trad.it]. Trama. Il protagonista di questa commedia è il giovane Pànfilo, combattuto tra l'amore per Bacchide, una cortigiana, e il volere del proprio padre, che lo costringe invece a sposare (senza amore) Filùmena, una ragazza perbene: il protagonista si rifiuta di avere rapporti intimi con la moglie, scaricando su di lei le sue delusioni; quella, da parte sua, accetta con rassegnazione ed umiltà i torti del marito il quale, dopo averla conosciuta meglio e confrontata con le altre donne, impara però ad apprezzarne il pudore: dalla stima, così, nasce pian piano l’amore, o comunque un sentimento che si rivela più profondo dell’attrazione per Bacchide. Ad un certo punto, però, Pànfilo parte per un viaggio di affari; la moglie lascia improvvisamente la casa del marito, dove viveva con la suocera Sostrata, e torna a vivere dai genitori. Nessuno sa con precisione le cause di questo allontanamento: le dicerie della gente riferiscono che esse sono dovute ai conflitti proprio con la suocera. Sostrata, da parte sua, si confessa innocente e in un monologo lungo e toccante si dichiara vittima dei pregiudizi che vogliono tutte le suocere ostili alle proprie nuore. Intanto, ritorna Pànfilo dal viaggio e viene informato dell’accaduto; si reca a casa dei genitori della moglie per constatare di persona le condizioni e le motivazioni di Filùmena. Lì, egli scopre la verità: la moglie ha lasciato la casa perché sta per partorire un figlio non di lui, ma che è stato concepito prima del matrimonio, frutto di una violenza notturna subita durante una festa, ad opera di uno sconosciuto. In un monologo lungo e patetico, Pànfilo rivela al pubblico questa verità e mette a nudo i suoi sentimenti, il conflitto che si agita in lui fra amore e pudore: sa che la sua vita senza la moglie sarà una vita vuota, però sa paritempo che l’onore e la società lo costringono a separarsi dalla moglie e a non considerare come suo l’ "alienus puer". Pànfilo non rivela

Edited by Giuseppe Bruno - 5/6/2009, 22:05
 
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